sabato 19 febbraio 2011

Unisci i puntini

La vibrazione del tram mi sposta tutto e non riesco nemmeno a leggere bene il display del lettore mp3. Non che serva granché: so benissimo cosa sto ascoltando, ma i fosfori verdi ballonzolanti sono abbastanza curiosi da osservare.
Di fronte a me una signora dai capelli rossi si abbraccia e trema dal freddo, anche se freddo non ne fa. Tira su col naso. Avrà la febbre. Speriamo non me l'attacchi.

Fuori dal finestrino la città scorre lenta, al ritmo delle rotaie, insensibile al traffico che intasa le strade tutte intorno. Chissà se i miei compagni di tram vedono questa città come la vedo io... A volte penso che non esista. Penso che la città sia solo un'immagine costruita dai puntini senza numero che l'abitano. Unisci i puntini. Vedi che cosa ne esce fuori.

E poi Roma è così: senza musica in un modo. Con la musica in un altro. Iniziano le prime note di Grace ed il paesaggio cambia. I marciapiedi ancora bagnati della Prenestina; gli indiani affacciati ai chioschetti della frutta; i cinesi che scaricano cartoni stracolmi di cianfrusaglie, senza sosta; i rumeni che bevono birra dal kebabbaro, ma l'hanno comprata altrove, ché lui - il kebabbaro - la birra non la vende. Glie lo ha detto Allah.

"wait in the fire, wait in the fire"

Poi tutto si mescola e le razze, i colori, gli odori si mischiano e prendono forme nuove. Il curry con il sedano e le mandorle e il ragù. Il melting pot, il calderone fumante delle metropoli, ha un odore pungente a quest'ora. Penso che vorrei viaggiare; visitare i luoghi da cui queste persone sono venute, ma sempre per poi tornare qui.

La signora dai capelli rossi è scossa da un brivido. Ha le occhiaie viola e la pelle diafana. Un vecchietto attacca bottone con la ragazza seduta in fondo. Un brivido percorre anche me, mentre inizia Jockey full of bourbon. La città cambia di nuovo forma, mentre il tram procede dritto nel ventre di San Lorenzo, sotto la sopraelevata che ancora gocciola per la pioggia ormai smessa. D'un tratto tutti mi sembrano nascondere qualcosa. Tutti mi sembrano custodi di vite sfregiate e vere come questa città. Gli occhi sempre puntati fuori dal finestrino. Guardo la luce cambiare.

Una donna dalla pelle nerissima accarezza la bambina accanto a sé. Potrà essere sua nipote. "dormi tesoro?". E - sì - tesoro si era addormentata. Ha uno zaino coloratissimo con su dei pupazzetti giapponesi che hanno puntualmente gli occhi enormi. Ad occhio e croce lo zaino pesa più della bambina, che con le sue treccine contorte sembra ancora più piccola. Si strofina le palpebre e si gira, incrociando il mio sguardo per un breve momento.

"hey little bird fly away home... your house is on fire. children are alone..."

La rossa suona per la fermata e si tira su in piedi. Per una strana angolazione le si vede parte del collo, avvolto in un foulard lercio. Ha diversi buchi su quel collo grinzoso. Fantastico di vampiri che l'hanno morsa questa stessa notte, trasformandola in una creatura notturna, ma la realtà è molto più cruda di così ed a modo suo la signora appartiene alla notte per davvero.

"there are things I've done I can't erase. I wanna look in the mirror and see another face"

Il tram continua ad andare ed ho la sensazione che entri nella città come il seme in un ovulo, per fecondarla con noialtri, che la faremo crescere, una casa alla volta, una capanna di cartoni alla volta, avvolti in piumini sudici o in lenzuola di seta, in cappotti fuori stagione e giubbotti alla moda. E Roma, costantemente gravida, ci abbraccia tutti come figli illegittimi, tra le gigantesche braccia scure del Raccordo Anulare.

2 commenti:

  1. L'ho seguito con quieta avidità come un bel film. Oltre alla narrazione, la presenza delle stesse tracce sul mio iPod ha reso particolarmente avvincente il viaggio. ;)

    RispondiElimina
  2. spero sempre che venga letto con l'audio "suggerito" :)
    grande!

    RispondiElimina