Chiunque mi conosca sa bene quanto io detesti tornare in puglia per le feste comandate (un'espressione che ho sempre trovato ridicolmente paradossale) e quanto velocemente io sia scappato dalla città in cui sono cresciuto.
Quel che ignorano è il mio profondo amore per il sud. In moltissime circostanze sono felice, anzi orgoglioso di essere meridionale. Il mio amore per la mia terra è un po' una ruga come quelle che vedi sul viso ad alcune signore di una certa età. Loro la coprono, la ruga, la stirano, la vestono perché non è bello averne, ma non si scappa.
Quando il sudore e la fatica ti lavano il viso, quando tutta la sofisticatezza non ha più ragione e forza d'essere, allora la ruga riaffiora. Sembra una cicatrice, per quanto è profonda e basta un colpo d'occhio per riconoscerla: "quello lì è di giù...". Quando non è l'accento o il dialetto a tradirci è l'attitudine... quella inquietante capacità di godere del bello pur restando sempre in allerta. Perché un buon genitore meridionale trova sempre il modo di insegnarti che l'orrore, il pericolo e la violenza sono dappertutto. Esattamente come la bellezza.
Il mio legame con quella terra piatta che è il Tavoliere è qualcosa che ti prende allo stomaco; un lembo di pelle che hai provato anche a strappare, prima di capire che soltanto provare a tirarlo fa malissimo; prima di capire che quand'anche ci riuscissi avresti strappato via un pezzo di carne che apparteneva a te.
Crescendo ho ritrovato un equilibrio con quei luoghi, non senza sforzo, ma in realtà anche senza alcuna volontà di farlo.
Raccontare il Sud è difficile perché bisogna trovare il modo giusto, che è sempre una strada impervia, dato che passa attraverso ricchezza e sopruso, bellezza e dolore, ferocia e buon cuore, ingegno e povertà. Poi però stasera ho trovato un breve filmato in cui Erri De Luca parla di Napoli. E allora sono venuto qui, per prenderne nota e cercare ancora un'altra volta di non dimenticare da dove vengo.
...sentimentale al punto giusto
RispondiElimina:)... color caffè
RispondiElimina