sabato 10 settembre 2011

Il mio supereroe


 Il mio supereroe è nettamente meglio degli altri supereroi. Non c'è proprio discussione. Il mio supereroe nemmeno voleva esserlo, supereroe. Per un pelo non è finito a Milano a fare il ghèngster, che poi Madre Natura gli ha fatto il Dono e non ci è andato più.
Infatti il mio ipereroe è svogliato ed indolente e poco glie ne frega di questo e quello. Eppure il mio super-supereroe è colmo di amore, traboccante di un amore perfetto, da supereroe. Talmente perfetto che è carico d'odio, l'amore del mio supereroe.
Il mio supereroe usa il plesso solare per spaventare i nemici, ma non è un superpotere. E' il kiai del kendo, ma giusto quello.
Infatti il mio supereroe non ha poteri speciali ("...né auto con le ali") se non quei cinque sensi, più il sesto di riserva, per riuscire a disegnare le sorgenti del Rio delle Amazzoni o quelle strade buie ove niuno s'inoltra giammai.
Il mio mega-eroe ha i capelli ricci ed il naso "importante", ovviamente. Ché se non l'avesse avuto, colcàzzo che era il mio ipereroe.
Quel mio supereroe scrive poesie che quasi quasi non significano niente, se non fosse per quella parola lì o quella riga là, che le leggi e pretendi di sapere di cosa sta realmente parlando.
Per poter essere il mio supereroe non ha fatto niente di niente. Giusto morire, che se ci pensi è un attimo. Il resto è tutta discesa. Et voilà: sei di colpo il mio supereroe. Che magari non sarà il massimo del prestigio, ma intanto sai per certo che un altro naso importante, di quando in quando, si tira su verso il cielo per guardare: "magari passa fulmineo il mio supereroe", si dice il naso. E da che era morto, sepolto e marcito, di colpo non è proprio morto per davvero. E va a finire che passa il tempo e nemmeno muore più. Il che fa di lui un supereroe.

Nessun commento:

Posta un commento